con l’inizio del nuovo anno abbiamo pensato di creare uno
spazio nuovo
nella nostra newsletter, che contenga consigli di lettura, di visione
di documentari e spunti di riflessione sulle tematiche ambientali, da
poter utilizzare nella tua attività educativa. È innegabile che le
questioni climatiche
stiano acquisendo sempre più importanza nel dibattito pubblico, e che
soprattutto i più giovani, guidati dall’esempio di singoli attivisti
come
Greta Thunberg e da organizzazioni “leggere”, perché ancora più simili a movimenti, come
Fridays For Future (FFF) e
Extinction Rebellion,
si stiano appassionando ad un tema che solo fino a due anni fa
raramente riusciva a salire agli onori della cronaca. Insieme con loro,
noi crediamo che sia importante tenere alta l’attenzione. Per farlo,
seguire il dibattito internazionale e portarlo nelle classi in modo
accessibile è tanto importante quanto organizzare laboratori
partecipativi.
Un breve video di
Greenpeace Italia che spiega le tre principali “bufale” sul
riciclo della plastica, utile per introdurre il tema in classe, è questo:
guarda il video
Qui, invece trovate un interessante resoconto di
Internazionale
su come la politica australiana stia gestendo i disastri provocati
dagli incendi di questi ultimi mesi. Nonostante le Nazioni Unite e la
quasi totalità del mondo scientifico sia ormai concorde nell’affermare
che scelte drastiche siano necessarie e impellenti per riuscire a
mitigare i cambiamenti climatici (arrestarli è ormai impossibile), la
stragrande maggioranza dei governi continua a essere scettica e poco
incline a porsi seriamente il problema:
leggi il resoconto.
Da ultimo, un articolo (in inglese) sull’impatto ecologico dell’
alta formazione.
Si tratta di una lettura interessante perché permette di capire come
l’insostenibilità delle nostre abitudini sia data dalla struttura stessa
di alcuni settori. Nel campo dell’alta formazione, è innegabile che la
facilità e l’economicità dei trasporti abbia generato indubbi vantaggi
dal punto di vista della conoscenza.
Ha, però, creato anche un
approccio alla cultura e allo scambio tra paesi e università che genera
più emissioni di intere nazioni. Non è facile trovare soluzioni che
attenuino l’impatto ambientale e mantengano inalterati i benefici di uno
scambio globale delle
conoscenze, ma è questo il tipo di problema che dobbiamo abituarci ad affrontare, in tutti i campi della nostra esistenza, da ora in poi:
leggi l'articolo.